L’intelligenza artificiale si presta a una nuova missione: migliorare l’accessibilità dei documenti creati con gli applicativi di Office, ovvero l’usabilità da parte di chi è affetto da deficienze visive. Per ipovedenti e non vedenti, gli strumenti che rendono fruibili tecnologie come Internet e gli editor di testo non sono una certo una novità: parliamo dei i cosiddetti “screen reader”, cioè i software di conversione vocale, e dell’utilizzo di comandi della tastiera al posto del mouse. Il Web si sta gradualmente adeguando ai principi della programmazione accessibile, che comportano un certo uso dell’Html. Ma l’universo di Internet è ancora costellato di frequenti barriere.
Oggi Microsoft, parlando di “inclusione digitale”, ha compiuto un importante passo in avanti proprio grazie all’intelligenza artificiale: su Office 365, in Word e in PowerPoint, esordisce un servizio chiamato Computer Vision Cognitive Service e in grado di sfruttare le reti neurali “allenate” con tecniche di deep learning al fine di comprendere i contenuti delle immagini. Come tutte le tecnologie di machine learning (di cui il deep learning è una particolare tipologia, basata su modelli di ragionamento gerarchici), anche questa vanta la capacità di automigliorarsi con il tempo, diventando via via più precisa e sofisticata.
Su Word e PowerPoint, dunque, sarà possibile generare in automatico delle descrizioni testuali associate alle fotografie, a beneficio dei software di lettura vocale. Le immagini “possono essere identificate con un’elevata sicurezza”, si legge nel blog post di Microsoft. “Attraverso l’apprendimento automatico, il servizio migliora progressivamente all’aumentare delle persone che lo usano, riducendo significativamente il tempo necessario per creare presentazioni multimediali accessibili”. In parole povere, non sarà richiesto alcun lavoro aggiuntivo per creare documenti Word inclusivi di immagini e presentazioni PowerPoint che risultino accessibili in tutte le loro parti e non soltanto nella componente testuale.
Be the first to comment on "Microsoft e l’intelligenza artificiale"