Meizu e OnePlus: informazioni errate sulla resa

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OnePlus 3T e Meizu Pro 6, due smartphone belli e potenti, che non avevano bisogno della spintarella che i rispettivi produttori hanno fornito di nascosto, per farli sembrare più forti e versatili di ciò che in realtà sono. Le aziende sono infatti cadute nell’occhio del ciclone alimentato dal noto sito di smanettoni XDA Developers, che ha denunciato entrambe per aver mentito sui risultati dei test condotti internamente, per comprovare le performance dei telefonini in diverse condizioni di utilizzo. Le cinesi avrebbero modificato la configurazione delle app usate per l’analisi, così da ricavare numeri più alti di quelli della concorrenza, soprattutto durante la pratica quotidiana.

Come lavorano i benchmark

Si perché i cellulari di ultima generazione, dotati di diversi “core”, mettono in mostra i muscoli solo durante le attività più dispendiose, come i giochi in 3D o la navigazione su siti pesanti, dove cioè c’è bisogno di essere forti ma anche di bilanciare lo sforzo, per non ridurre al minimo la batteria nel giro di qualche ora. I test di benchmark tengono conto di scenari del genere ma anche di quelli più usuali, che si hanno quando il dispositivo sta semplicemente ricevendo le email, ascoltando musica o scattando un paio di foto. Come sarebbe logico aspettarsi, su un’ipotetica scala da 1 a 10, le performance dovrebbero alzarsi man mano che il sistema chiede maggiore energia, così da restituire un’esperienza di utilizzo senza tentennamenti.

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