Prima di rispondere, meglio ricordare di cosa parliamo. Una vulnerabilità è un errore di programmazione (bug) che consente a un hacker o a un criminale informatico di infilare istruzioni di altro tipo in un sistema. Sfruttare un errore di programmazione di Excel — per fare un esempio — per arrivare a rubare dati da un disco fisso. Bene, ora torniamo alla domanda: qual è il software che si è rivelato più vulnerabile, lo scorso anno?
Stando a CVE, un enorme archivio contenente buona parte dei bug scoperti, al quinto posto della famigerata classifica si trova Leap. Niente poco di meno che una delle più apprezzate distribuzioni Linux, che vanta la bellezza di 259 vulnerabilità rilevate nel corso del 2016.
Al quarto posto c’è una vecchia conoscenza, tra gli esperti di sicurezza informatica: si tratta del mai-troppo-morto Flash Player, un obbrobrio in salsa software che mina dalla sua nascita la protezione dei sistemi informatici.
Ancora oggi è foriero di bug, al punto da poterne vantare addirittura 266 in classifica.
Si sale così sul podio, dove troviamo tre sistemi operativi. Immagino qualcuno di voi stia già ridacchiando su chi ci troverà. Sul gradino più basso, in realtà, la prima sorpresa: Ubuntu, la versione Linux più accessibile e diffusa, che ha mostrato il fianco a ben 278 vulnerabilità. Sono addirittura 319 quelle per il sistema operativo in seconda posizione: si tratta di Debian.Sempre una “distro” molto tosta e apprezzata, ma evidentemente con qualche problemino di troppo.
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