La si potrebbe definire la versione tedesca della proposta folle italiana di qualche settimana fa, anche se a ben guardare la bozza di legge presentata dal ministro della Giustizia, Heiko Maas, è scritta più seriamente, ma usa i termini di moda, fake news, post-truth, più per convincere l’opinione pubblica dell’urgenza della legge che per il suo vero contenuto. La stretta sui contenuti della pagine di Facebook e altri siti e social network (ma è soprattutto al social di Menlo Park che si riferisce) richiama ancora alla vecchia questione dei contenuti neonazisti e incitanti l’odio che violano una specifica legge federale – simile alla legge Mancino, che però in Italia è poco applicata – e sulla quale c’è una evidente difficoltà del social a rispondere in tempi equivalenti alle rimostranze dei cittadini. Il politico socialdemocratico incarna perfettamente la mentalità allarmistica che in questo momento accende la campagna elettorale tedesca, secondo la quale i social network non prendono sufficienti contromisure e in questo, perciò, sarebbero assimilabili a dei complici.
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