Il sistema operativo colpito dall’attacco globale di venerdì – partito in Inghilterra e poi diffusosi in più di 100 Paesi — è Windows. Ed è quindi Microsoft a prendere la parola. Senza mezzi termini individua il colpevole nel governo americano, le cui azioni hanno permesso al virus ransomware WannaCry di viaggiare veloce tra i computer di servizi pubblici, società e privati in tutto il mondo. Il presidente e Chief Legal Officer Brad Smith ha messo tutto nero su bianco in un post sul blog ufficiale della società: «Questo attacco è un ulteriore esempio di come la catalogazione e conservazione di vulnerabilità dei sistemi da parte del governo sia un problema… dalle mani delle amministrazioni sono passate al dominio pubblico e hanno causato un danno enorme», scrive. Il riferimento è soprattutto alla Cia e alla National Security Agency, che — si è scoperto grazie a rivelazioni di Wikileaks — avevano sviluppato un programma di raccolta delle falle nella sicurezza trovate sui dispositivi e i software che venivano utilizzate per spiare gli utenti. Nel caso di Microsoft, si trattava di quella che era stata definita «EternalBlue», già fatta filtrare e raccolta da un gruppo di hacker chiamato Shadow Brokers. «Come società tecnologica — scrive Smith — abbiamo la responsabilità di risolvere questi problemi. Siamo stati tra i primi a rispondere agli attacchi. Abbiamo più di 3.500 ingegneri dedicati alla sicurezza». Spiega poi dei vari aggiornamenti pubblicati per Windows, uno il 14 marzo dopo le rivelazioni di Wikileaks, e uno dedicato al blocco di WannaCry. «Questo attacco rappresenta un collegamento sconcertante anche se non voluto, tra le due più pericolose minacce di cybersicurezza nel mondo: le azioni degli Stati e quelle della criminalità organizzata». E non è l’opinione di un singolo, ma dell’intera società fondata da Bill Gates. Come dimostra la condivisione su Twitter del post del Ceo Satya Nadella.
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