MILANO – La multa Ue che deprime gli utili come mai era accaduto dallo scoppio della crisi e un trend di crescita dei costi che lascia perplessi gli analisti. Sono gli ingredienti che hanno portato il titolo di Alphabet – la holding di Google – a indebolirsi nel dopo-mercato degli Usa, una volta pubblicata la trimestrale a scambi ufficiali già chiusi.
I risultati del secondo trimestre, spiega infatti Bloomberg, mostrano che la principale fonte di ricavi del gruppo sta registrando una crescita dei costi maggiore rispetto a quella che era la dinamica nel business originale della ricerca via internet. I ricavi di 20,92 miliardi di dollari erano in linea con le stime del consensus, sebbene sotto alcune aspettative ottimistiche. La principale divisuione di Google ha registrato costi per acquisizione del traffico (versati ai partner) pari al 22 per cento dei ricavi, contro il 21 per cento di un anno precedente. La spiegazione è che le nuove formule pubblicitarie, che vengono dal mobile, da youtube e da altre forme di marketing automatizzato, prevedono la retrocessione di una maggior fetta di denari con questi partner piuttosto di quanto avvenisse con gli spazi pubblicitari che originariamente accompagnavano le ricerche internet. Sta di fatto che il costo totale per acquisire traffico è salito oltre i 5 miliardi di dollari dai 3,98 miliardi dell’anno precedente, più dei 4,8 miliardi del consenso. Il costo per ogni click è inoltre sceso del 23%, più del calo del 14,6% previsto dagli analisti.
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