La Cina usa un software per rubare i dati

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E’ una delle sezioni più misteriose della Cia. Si chiama “Office of Technical Service” (OTS) e crea tecnologie futuristiche per le missioni d’intelligence. Durante la Guerra fredda, ha inventato una pistola a forma di sigaretta, telecamere miniaturizzate negli accendini, una penna capace di lanciare lacrimogeni e sistemi per neutralizzare l’auto di un obiettivo. Nel 1980, nel bel mezzo della crisi degli ostaggi americani a Teheran, uno dei loro agenti – uno specialista in camuffamenti – ha messo a punto il piano per liberare sei diplomatici americani, raccontato dal film “Argo” di Ben Affleck. Tutte creazioni e strategie entrate nella storia dello spionaggio. Ma di quello che fa attualmente l’Ots si sa veramente poco. Sei documenti segreti pubblicati oggi da WikiLeaks in esclusiva con Repubblica e con le testate francesi Libération e Mediapart, però, permettono di rivelare un’invenzione relativamente recente che farà discutere.

Si chiama ExpressLane ed è un software creato dall’Ots nel 2009, che doveva rimanere segreto fino al 2034. I file su di esso sono parte dell’enorme database Vault 7, che l’organizzazione di Julian Assange ha iniziato a pubblicare nel marzo scorso . A che serve, ExpressLane? A rubare i dati biometrici raccolti dai servizi di intelligence con cui la Cia collabora in tutto il mondo. Impronte digitali, scansione dell’iride, riconoscimento vocale e facciale: sono tutte tecniche che consentono di stabilire l’identità di un individuo con un’affidabilità ben più solida di quella garantita dalle vecchie carte di identità. Inevitabile che agenzie di intelligence e forze di polizia vi si buttassero a capofitto ed ExpressLane dà una misura di quanto è disposto a spingersi lontano l’Office of Technical Service per acquisire i dati biometrici.

Sotto copertura. I documenti segreti rivelano che l’Ots fornisce ai servizi segreti dei paesi con cui la Cia collabora in tutto il mondo, le tecnologie hardware e software necessarie per raccogliere scansioni dell’iride, impronte, riconoscimenti facciali. Ma c’è una fregatura: un meccanismo segreto per cui, dopo un certo periodo, il funzionamento del software si blocca, simulando la necessità di un aggiornamento. A quel punto, possono accadere due cose: le spie “amiche” lasciano perdere e non usano più il programma della Cia perché ha smesso di funzionare, oppure contattano Langley per chiedere come aggiornare il software e uscire dall’impasse. In questo caso, l’Ots invia un suo uomo per fare l’upgrade, che però è una farsa: la chiavetta Usb con cui viene eseguito l’aggiornamento contiene ExpressLane, un software capace di trasferire tutti i dati biometrici raccolti dai servizi amici e di conservarli in un’area nascosta della chiavetta. Tutto sembra perfettamente normale: l’upgrade appare eseguito regolarmente ed ExpressLane non viene rilevato dagli antivirus eventualmente presenti sui computer che conservano quei dati. Dai file non emerge alcuna informazione che lasci intuire che, in realtà, i servizi amici siano consapevoli o complici della finzione: è un’operazione coperta.

“L’Ots/i2C», recitano i documenti segreti, “ha un programma consolidato per fornire ai liaison services di tutto il mondo un sistema che permetta la raccolta dei dati biometrici. Questi sistemi vengono forniti ai liaison con la speranza che essi condividano i dati raccolti”. “Liaison services” è un termine che nel gergo dell’intelligence ha un significato preciso, come spiega a Repubblica il giornalista americano e premio Pulitzer, Thomas Powers, profondo conoscitore dei servizi segreti Usa e autore di importanti libri come “Intelligence Wars”, che però non ha avuto accesso ai file di WikiLeaks.

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