Il test è stato realizzato con la collaborazione dell’eSafety Commissioner, un’agenzia governativa australiana che si occupa della sicurezza online degli utenti. Julie Inman Grant è la responsabile dell’ente e in un’intervista all’emittente locale Australian Broadcasting Corporation, spiega che la nuova funzionalità permetterà alle vittime di agire prima che le foto vengano condivise su Facebook o Instagram. «Vogliamo prevenire il momento in cui un atto consensuale, si trasforma in un abuso», spiega la donna.
Per proteggersi, gli utenti saranno chiamati a compilare un modulo online sul sito web dell’agenzia, in cui potranno esternare la loro preoccupazione su un particolare scatto inviato In seguito saranno invitati a inoltrare l’immagine a se stessi su Messenger. In seguito, i dipendenti del social network, inseriranno l’impronta digitale nella foto.
Se il test funzionerà, Facebook potrebbe estendere la procedura anche ad altri Paesi, collaborando con le diverse agenzie governative. Il tutto a pochi mesi dal lancio di un altro strumento: la possibilità per gli utenti di segnalare se un’immagine è stata condivisa senza il loro consenso. Insomma, in questo modo, il colosso di Palo Alto sta cercando di arginare un fenomeno che colpisce un australiano su cinque. Ma non solo, nel 2016, anche il 4% degli utenti di Internet negli Stati Uniti, ha ammesso di essere stata vittima di questo tipo di abuso
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