Mentre in Italia i fatti di cronaca costringono a parlare nuovamente di suicidi legati alla diffusione online di contenuti strettamente privati (spesso accomunati sotto il cappello del cyberbullismo, per cui nei mesi scorsi ha mosso i primi passi una proposta di legge ad hoc), Facebook conferma di lavorare per i membri della sua community migliorando i contenuti e andando in loro soccorso in tempo reale: come ha spiegato Mark Zuckerberg con toni quasi evangelici questo avrà un costo, ma a contare di più è la community che non la singola trimestrale.
Sul fronte del cosiddetto revenge porn, peraltro, già ad Aprile Facebook aveva fatto esordire un’intelligenza artificiale con il compito specifico di intervenire tempestivamente sulle immagini intime di qualcuno: nei confronti dei post che potrebbero nascondere indizi di pensieri suicidi, tuttavia, l’AI non avrà un compito di censura, ma di vero e proprio aiuto.
Una volta individuati i post che rischiano di contrassegnare un pattern pericoloso per l’utente che li ha scritti, infatti, il nuovo sistema predisposto da Facebook li segnalerà ai moderatori umani che – senza dover attender la segnalazione di un utente – potranno valutare la possibilità di inviare risorse in aiuto della persona in difficoltà, che siano messaggi con offerte di supporto all’utente stesso o avvisi ai suoi amici, oppure procedere direttamente contattando possibili aiuti locali in grado di intervenire tempestivamente.
Be the first to comment on "Intelligenza artificiale contro i suicidi, Facebook"