Alphabet sta considerando di fondere Nest con il team hardware di Google, capitanato da Rick Osterloh, ex dirigente di punta di Motorola. Lo riporta l’autorevole Wall Street Journal, e cita ragioni perfettamente sensate per chiunque conosca le due società. Ormai entrambe le entità si occupano (anche) del settore Smart Home, e le sovrapposizioni man mano che si va avanti diventano sempre maggiori.
Va poi considerata tutta la questione di logistica e ottimizzazione delle risorse: c’è un continuo viavai di dipendenti da una divisione all’altra per coordinarsi nella distribuzione e perfino nella produzione dell’hardware, eppure, paradossalmente, vengono usate due varianti dello stesso sistema operativo per IoT – Google Weave e Nest Weave. Addirittura, Nest usa ancora i server cloud di Amazon – anche se ha già annunciato di aver iniziato la transizione a quelli Google – e ha i proprio team indipendenti per PR, legale, marketing e molto altro.
È buffo osservare come Nest si sia staccata da Google appena nel 2015, a distanza di poco più di un anno dall’acquisizione, per diventare una società indipendente sotto l’ombrello Alphabet. Ai tempi, però, le ambizioni di Google nella realizzazione di un vero e proprio ecosistema hardware non erano ancora manifeste. In ogni caso, per il momento rimangono tutte supposizioni. Google non ha voluto commentare ufficialmente. La fonte non ha nemmeno dettagli sulle eventuali tempistiche di approvazione del piano.
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