Secondo Bloomberg questo processo di sostituzione delle viscere dei Mac avrebbe anche un nome in codice, Kalamata, e starebbe muovendo i primi passi dopo l’approvazione da parte dei vertici.
L’obiettivo finale di Apple sarebbe non solo quello di avere maggiore controllo sui costi e sullo sviluppo, ma anche quello di creare una base simile tra i suoi prodotti in modo da offrire un’esperienza unificata.
Non si tratterebbe di un passaggio totale, non inizialmente, infatti Bloomberg parla di “transizione multi-step”, quindi dapprima coinvolgerà solo alcuni prodotti – più probabilmente qualche portatile della linea MacBook – per poi riguardare il resto dell’offerta.
Ovviamente Apple potrebbe teoricamente abbandonare o ritardare il progetto, ma tutti i passi fatti negli ultimi anni sembrano andare in tale direzione, con un’azione sempre più massiccia del team hardware della Mela su progetti riguardanti SoC ARM proprietari. Gli ultimi MacBook Pro e iMac Pro, ad esempio, integrano coprocessori ARM che si occupano di gestire caratteristiche come la sicurezza.
“Pensiamo che Apple stia cercando modi per integrare ulteriormente le proprie piattaforme hardware e software e hanno chiaramente fatto delle mosse in questo spazio, provando a integrare iOS e macOS”, ha affermato Shannon Cross, analista di Cross Research. “Ha senso che stiano cercando di andare in questa direzione. Se guardate alla spesa incrementale in ricerca e sviluppo, è andata in modi per provare a integrare verticalmente i loro componenti in modo da poter aggiungere funzionalità per una differenziazione competitiva”.
Controllo dei costi, delle tempistiche d’uscita dei prodotti e delle caratteristiche (non solo la potenza, ma anche i consumi). Tutto fa propendere per una tale mossa. Tra l’altro, sempre secondo le fonti di Bloomberg, il lavoro di Apple sul fronte software sarebbe già iniziato. L’azienda starebbe lavorando su una nuova piattaforma, nome in codice Marzipan, che dovrebbe permettere di far girare app iPhone e iPad sui Mac.
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