Apple, novità in Arabia Saudita

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I negozi Apple Commesse e commessi serviranno i clienti nella stessa sala e saranno vicini nelle ore di lavoro, ma non potranno ancora mangiare o pregare insieme. Le nuove leggi in vigore in Arabia Saudita sono vaghe e soggette all’interpretazione delle autorità , ma ora Apple ha creato un precedente, se non altro per quanto riguarda le aziende straniere. L’impero fondato da Steve Jobs ha ricevuto assicurazioni proprio dalle autorità locali che non sarà perseguita per aver lasciato che le dipendenti operassero accanto ai dipendenti. Un passo avanti che potrebbe portare non solo l’azienda a investire più risorse nel Paese,dopo aver aperto due punti vendita a Dubai e Abu Dahbi, ma anche attrarre nuovi colossi stranieri, che non saranno più costretti ad adattarsi alle rigide regole saudite sui diritti delle donne.

Cos’era successo in Cina Da fine febbraio, tutte le informazioni che gli utenti cinesi salveranno iCloud verranno depositate in un data center locale, nello stato di Guizhou. Non è solo una banale provvedimento burocratico. Significa che messaggi, email, chiamate e altre informazioni non potranno uscire dai confini del Paese e rimarranno alla mercé dei funzionari governativi che vorranno vederle. Una decisione a cui Apple ha dovuto piegarsi per non perdere il mercato asiatico più ricco, ma nei confronti della quale ha già preso piccoli accorgimenti, come consigliare a chi possiede un Mac, un iPhone o un iPad di salvare i propri dati sul dispositivo e non sulla Nuvola.

Le aperture del nuovo sultano Mohammed Bin Salmal, il principe ereditario saudita, aveva annunciato fin da subito di voler modernizzare il Paese entro il 2030. Non solo dal punto di vista economico, liberandolo dalla sua dipendenza dal petrolio e privatizzando larghi settori dell’economia, ma anche da quello dei diritti. Il 18 aprile sarà ad esempio aperto il primo cinema dopo 35 anni. Ma la vera rivoluzione è per le donne: dall’inizio dell’anno, fra le altre cose, possono guidare e aprire un’attività senza il consenso maschile. Anche la decisione presa nei confronti di Apple potrebbe essere letta in questa direzione.

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