Miti Della Mura
La notizia, nei suoi termini essenziali, è che Facebook, Google, Microsoft e Twitter, qui citate in rigoroso ordine alfabetico, hanno dato vita a un nuovo progetto, o, per essere più precisi a una iniziativa open source denominata Data Transfer Project, dedicata allo sviluppo di strumenti che consentono la portabilità dei dati tra servizi e service provider diversi, senza necessità di scaricarli e ricaricarli.
Nel dare l’annuncio, Google sottolinea come già un decennio fa con il lancio del Data Liberation Front si era preoccupata di garantire ai consumatori la possibilità di collocare i loro dati dove desideravano e di spostarli ovunque e in qualunque momento desiderassero. Un tema, quello della portabilità dei dati, che negli anni si è sempre più sentito e che con l’entrata in vigore del GDPR ha assunto anche carattere di urgenza.
Che cosa è Data Transfer Project
Con Data Transfer Project il livello di attenzione si è ulteriormente alzato, almeno stando a quanto si legge nei blog post delle società che hanno aderito all’iniziativa: il lavoro in questa fase si concentra sullo sviluppo di strumenti in grado di convertire le API proprietarie di ciascun servizio in un ristretto numero di formati standard utilizzabili da chiunque. E viceversa.
Questo, in sintesi estrema, consente di trasferire i dati tra due diversi provider utilizzando infrastrutture e meccanismi di autorizzazione standard, quali, ad esempio, OAuth.
Al momento dell’annuncio, i partecipanti dichiarano di aver sviluppato degli “adapter” per sette diversi provider e per cinque tipologie diverse di dati, a dimostrazione della bontà dell’approccio e della sua estensibilità verso un numero ancora più ampio di casi d’uso, con l’obiettivo di garantire agli utenti un maggiore controllo sui loro dati senza inficiare né la privacy né la sicurezza.
Portabilità dei dati cruciale per i servizi cloud
“Questo progetto facilita la portabilità diretta dei dati tra diversi servizi cloud”, scrive a sua volta Microsoft, spiegando che i tool che garantiscono l’interoperabilità devono essere sviluppati secondo quattro principi chiave:
– Essere realizzati per gli utenti: per questo i tool devono essere aperti e interoperabili con gli standard industriali, oltre che intuitivi e di facile uso
– Devono utilizzare forti standard di privacy e di sicurezza, per evitare accessi indesiderati, furti di dati o altre manomissioni
– Mantenere un focus specifico sui dati degli utenti, tenendo presente che la portabilità dei dati aziendali e la loro salvaguardia deve essere oggetto delle policy di ciascuna impresa
– Rispettare le informazioni private relative alle persone i cui dati sono oggetto di trasferimento.
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