Anche questa volta i cambiamenti non sono pochi, ma le novità più importanti sono collegate all’imminente arrivo della nuova versione del robottino verde, che ancora porta l’anonima denominazione di Android O.
Proprio per questo motivo, Google raccomanda agli sviluppatori IoT l’uso delle nuove API 26del sistema operativo mobile, che permettono al progetto Android Things di includere nuove funzionalità, compreso l’atteso supporto alle librerie OpenGL ES 2.0 e WebView su Raspberry Pi 3.
La DP5 aggiunge anche la compatibilità col nuovo design NXP SprIoT i.MX6UL, mentre il supporto a Intel Edison e Joule viene interrotto. Da notare che, una volta finita la fase sperimentale, Google dovrebbe dividere il supporto del progetto Android Things in due ramidiversi, uno dedicato ai prototipi e uno per i dispositivi consumer.
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