Microsoft e i 600 milioni di tasse

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MILANO – Il fisco francese ha notificato a Microsoft la richiesta di pagamento di 600 milioni di euro per attività fatturate in Irlanda a clienti francesi. Lo riporta la rivista l’Express, indicando che si tratta della seconda richiesta più alta fatta dalla Francia a un colosso Usa, dopo quella di oltre un miliardo di euro a Google. La contestazione da parte del fisco francese riguarda l’acquisto di spazi pubblicitari su internet – attività trasferita nel 2015 ad Aol – o di parole chiave sui motori di ricerca Bing e Yahoo! fatto da clienti francesi ma non fatturato da Microsoft France ma da Microsoft Ireland operations. In virtù di questo tipo di operazioni, Microsoft – seppure stabilmente in Francia con le sue attività – lo scorso anno ha pagato solamente 32,2 milioni di euro di tasse. Il meccanismo contestato è lo stesso di Google, che lo scorso 12 luglio ha visto il tribunale amministrativo di Parigi dargli ragione nel ricorso contro la richiesta di 1,115 miliardi di euro. Il fisco francese dovrebbe fare appello contro quella decisione, ma il governo non ha escluso la possibilità di arrivare a una transazione.

In Italia, invece, il motore di ricerca Usa si è accordato per il pagamento di circa 300 milioni di euro di tasse non versate. Ma il colosso della rete non è l’unico gigante del web finito nei guai col Fisco italiano. La procura di Milano ha contestato ad Amazon una presunta evasione fiscale relativa al quinquennio terminato nel 2014, su un giro di affari da 2,5 miliardi di euro. Amazon, che come sede legale fino al 2015 aveva il Lussemburgo, è accusata di aver evaso tasse in Italia per circa 130 milioni. Apple si è accordata con l’Agenzia delle Entrate per una somma di 318 milioni.

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