Per il mondo dei microprocessori e in particolare Intel gli attacchi Spectre e Meltdown sono arrivati come un fulmine a ciel sereno, ricordando a tutti come la sicurezza – oggi più che mai – sia da mettere al primo posto, anche nel settore hardware.
In virtù di questo campanello d’allarme Intel ha deciso di estendere il suo “Bug Bounty Program” avviato nel marzo dello scorso anno per incentivare i ricercatori di sicurezza a collaborare nell’individuazione e segnalazione delle vulnerabilità nei propri prodotti.
Il programma di “caccia ai bug” è una pratica perseguita da moltissime aziende, in genere con ottimi frutti, perché sono tante le falle segnalate e risolte grazie al lavoro di molti ricercatori di sicurezza indipendenti, che in questo modo vengono ricompensati per il loro lavoro, a volte anche profumatamente.
Inoltre, particolare non di poco conto per Intel e gli altri, i ricercatori s’impegnano a un processo responsabile e coordinato di divulgazione del bug, ossia danno alle aziende il tempo di mettere una pezza al problema prima di rivelarlo al resto del mondo.
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