UNA FESTA, una cena tra amici, una gita fuori porta: ogni volta che viviamo un momento di spensieratezza, si attiva l’istinto automatico di scattare una foto con lo smartphone e postarla sui social. Un gesto diventato abitudinario, che però potrebbe nascondere una grande insidia. Proprio l’attimo felice che vogliamo immortalare potrebbe essere cancellato dalla nostra memoria. Siamo così distratti dallo scatto perfetto che rischiamo di dimenticare perché e cosa stiamo immortalando. Ad affermarlo un nuovo studio del Dartmouth College, diretto da Emma Templeton e pubblicato sul Journal of Experimental Social Psychology.
·L’INDAGINE: TROPPO DISTRATTI PER RICORDARE
I ricercatori hanno preso alcune centinaia di partecipanti per un tour in una chiesa. Durante la visita, le persone sono state incoraggiate a prendere nota di quello che vedevano come la forma dell’edificio o l’aspetto degli ornamenti. Un gruppo ha avuto un iPod con fotocamera e ha scattato delle foto, mentre un altro gruppo non aveva nessun dispositivo. Una settimana dopo, è stato sottoposto al campione un questionario su ciò che avevano visto: chi non aveva scattato foto ha risposto correttamente a 7 domande su 10 a differenza degli altri che invece hanno risposto al massimo a 6 risposte giuste. Un segnale che la fotocamera ha rappresentato una causa di distrazione, hanno concluso i ricercatori.
L’uso di uno smartphone influenza il funzionamento della memoria e cambia il modo in cui ricordiamo ciò che è accaduto nella nostra vita. È diventato una “gigantesca fonte di distrazione”. Rischiamo effettivamente di perdere quell’attimo unico nel momento in cui cerchiamo di immortalarlo per condividerlo sui social? “I meccanismi della memoria – spiega a RepubblicaMichele Maisetti, direttore ASP (Associazione Italiana Psicologi) – si attivano in maniera più efficace nel momento in cui viviamo un evento che ci scatena delle emozioni. Più l’evento ci porta a vivere emozioni forti, sia negative che positive, maggiore sarà l’attivazione del circuito globale della memoria”.
“Nel momento in cui la nostra attenzione si focalizza sul gesto di scattare una foto è come se togliessimo all’evento
la possibilità di essere ricordato. È come se ‘delegassimo’ allo scatto il vissuto dell’emozione, la necessità di conservarla nella memoria. Investiamo le nostre emozioni nella foto e non nell’evento che stiamo vivendo”, chiosa Maisetti.
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